IL RESTAURO DELLA CASSA DELL’ORGANO DELLA CONFRATERNITA “SANTISSIMA ADDOLORATA”

 

 

La cassa dell’organo della Confraternita della SS. Addolorata di Gesualdo è  il risultato del recupero, assemblaggio e riadattamento degli elementi di una cona d’altare databile al sec. XVIII.

I pezzi recuperati dall’antica cona lignea, appaiono tutt’ora evidenti e corrispondono alle superfici scolpite, dorate e dipinte, mentre tutte le parti lisce, relative alla struttura, ai raccordi, alle basi, ed agli sportelli costituiscono le integrazioni finalizzate alla nuova destinazione.

Il restauro di questa opera, autorizzato dalla Curia Arcivescovile di S. Angelo dei L., dalla Soprintendenza ai B.S.A. di Salerno ed Avellino che, con la persona della dott. Antonella Cucciniello ha esercitato l’Alta Sorveglianza e la Direzione dei Lavori, è iniziato nel 2007 e si è concluso nel 2008.

Al momento del sopralluogo iniziale, la cassa dell’organo presentava una quantità notevole di sconnessioni e fratture degli elementi strutturali che ne pregiudicavano anche la statica; indebolimento del legno e perdita di parti di modellato causato da una gravissima ed ormai avanzata infestazione di insetti xilofagi; sollevamenti e cadute a livello del colore e delle dorature; numerose stuccature debordanti e grossolane di varia dimensione e costituzione. Inoltre la superficie era completamente ricoperta da porporine applicate in tempi diversi e diversamente alterate, tinteggiature con vernici a simulazione del legno, finiture superficiali definitivamente degradate che inglobavano particellato atmosferico.

Nel complesso l’opera era gravemente penalizzata dal degrado e dall’incuria oltre che dagli inidonei interventi di manutenzione.

In base al rilievo dello Stato di Fatto (doc. del 20 settembre 2007) fu redatto l’elaborato progettuale, in seguito approvato dalla Soprintendenza, che prevedeva: 1) La documentazione fotografica di tutte le fasi dei lavori; 2) lo smontaggio, la numerazione e catalogazione delle parti; 3) l’imballaggio ed il trasporto in laboratorio; 4) la disinfestazione; 5) il consolidamento ed il risanamento strutturale; 6) il consolidamento degli strati superficiali; 7) la pulitura; 8) l’integrazione degli elementi decorativi mancanti; 8) la stuccatura; 9) la reintegrazione delle dorature e delle cromie; 10) l’accompagnamento cromatico degli elementi lignei non originali; 11) la protezione finale.

Lo smontaggio degli elementi ed il loro trasporto nel nostro laboratorio di Cesinali, fu deciso oltre che per il precario stato conservativo della cassa lignea anche in considerazione dell’imminente inizio del restauro della meccanica dell’organo.

 

L’INTERVENTO DI RESTAURO

 

Giunti nel laboratorio, gli elementi della cornice dell’organo sono stati, come di consueto, sottoposti ad alcune operazioni preliminari quali la documentazione fotografica a luce visibile per documentare lo Stato di Fatto iniziale, la spolveratura, e la ricognizione della superficie anteriore e posteriore con rilievo e mappatura del degrado.

Accertata e documentata la situazione conservativa, dopo aver eseguito un preconsolidamento degli strati superficiali finalizzato ad evitare il rischio di caduta e perdita di materiale, sono stati effettuati i primi test di pulitura che hanno evidenziato al di sotto degli strati sovrammessi, costituiti, come detto, soprattutto da porporine e vernici, la doratura originale ed alcune zone policrome. La pulitura che ci si accingeva a compiere si presentava notevolmente complessa. La superficie originale era totalmente ricoperta da strati disomogenei diversamente alterati e tenacemente aggrappati al substrato dorato a foglia. In numerosi punti erano presenti vaste stuccature debordanti e rifacimenti del modellato eseguiti con stucchi di diversa costituzione, il tutto indicante che su questo manufatto, in passato, si sono avvicendati, a più riprese, svariati interventi localizzati per ripristinare alla meglio l’integrità superficiale che evidentemente si andava progressivamente danneggiando.

Detta disomogeneità superficiale, di fatto, ha impedito una scelta ed un andamento unico della metodologia che, purtroppo, doveva essere variata man mano che si incontravano le diverse sostanze adoperate nei precedenti interventi.

Per eseguire questa pulitura selettiva e graduale, si è iniziato con la rimozione delle vernici di finitura e degli accumuli di cere inglobanti sporco da depositi atmosferici, individuando una miscela composta da Ligroina ed Acetone variamente percentualizzati, ed utilizzata sia a tampone che gelificata, con tempi di applicazione diversi dove le sostanze da rimuovere si presentavamo con maggiori spessori. In questa fase sono state eliminate anche numerose colature o accumuli di colla di tipo vinilico, mediante applicazione di gel di alcol etilico che ne permetteva il rigonfiamento e la successiva rimozione a bisturi.

Con un solvent-gel di acetone, applicato a più riprese, sono stati rimossi gli strati di porporina. Infine è stata rifinita la pulitura con batuffoli imbevuti con una miscela di essenza di petrolio ed acetone.

L’eliminazione delle stuccature evidenziatesi dopo la pulitura è avvenuta a bisturi previo rigonfiamento provocato con l’applicazione localizzata di acqua ed acetone.

La superficie lignea del retro è stata pulita eliminando i protettivi alterati, le verniciature e le spesse colature di colla dei vecchi incollaggi, adoperando uno sverniciatore neutro.

 

Dopo la pulitura, la superficie libera delle sovrammissioni, ha riacquistato la leggerezza ed il modellato originale oltre alla brillantezza dell’oro zecchino ed alla presenza di zone policrome come alcuni fondali azzurri ed i laterali rosso scuro del cappello.

Ultimata la pulitura si è proceduto con l’intervento conservativo.

a tal fine, la materia lignea è stata sottoposta a disinfestazione mediante infiltrazioni ed imbibizioni di liquido a base di permetrina (principio attivo che assicura un’azione di tossicità prolungata nel tempo sia per gli insetti allo stadio adulto che per le larve) ed in seguito si sono sigillati i vari elementi in fogli di polietilene pesante e lasciati così per circa venti giorni in una sorta di camera a gas.

Dopo aver provveduto alla rimozione di tutti gli elementi estranei quali tassellature inidonee, viti e placchette metalliche, si è consolidato il supporto ligneo con resina acrilica in soluzione a percentualizzazione crescente, applicata mediante infiltrazioni ed imbibizioni.

Sono stati eseguiti tutti gli incollaggi degli elementi staccati utilizzando resina vinilica previo inserimento di barrette in vetroresina all’interno di fori di alloggio ricavati nello spessore del legno e bloccate con resina epossidica bicomponente. Le fessurazioni del legno sono state incuneate, mentre, sempre con resina epossidica bicomponente sono state risarcite le fratture, rinforzate le giunture e le sconnessioni, oltre che ricostruite le piccole lacune dell’intaglio ed alcuni elementi decorativi del cappello.

Al termine di queste operazioni, gli elementi della cassa dell’organo avevano riacquistato stabilità e compattezza.

 

Il legno del retro è stato mordenzato ed equilibrato cromaticamente, proteggendolo infine con una leggera mano di gommalacca.

Le basi che reggono le colonne sono state completamente rifatte, eliminando quelle esistenti non originali ma frutto di un maldestro assemblaggio di tavolette di recupero con varia misura e tipologia di legno.

Il Sig. Bettalico, Priore della confraternita, si è incaricato del rifacimento di questi due elementi adoperando legno di castagno, opportunamente trattato e lasciato a vista, assente di decori o dorature, che sarebbero risultate arbitrarie ed esteticamente invasive e fuorvianti.  Nel completo rispetto del manufatto, nello stato e consistenza con cui ci è giunto, questo rifacimento ha l’esclusiva funzione di accompagnamento e sostegno, rimanendo perfettamente riconoscibile nella sua peculiarità di aggiunta funzionale.  L’altezza di questi due elementi basali è stata aumentata per permettere il rialzo di tutta la cornice dorata rispetto al corpo centrale con le portelle in essa inserito. Con questo espediente si è ottenuto il recupero visivo della decorazione scolpita e dorata presente nella parte inferiore del cappello, che prima dell’attuale intervento risultava occultata sia dai capitelli delle colonne che dal corpo centrale con le portelle.

Il legno della cassa dell’organo, le portelle e tutti gli altri elementi di raccordo sono stati anch’essi trattati e lasciati a legno vista.

A questo punto sulla superficie anteriore è stata eseguita una verniciatura intermedia, necessaria per interporre un sottile strato d’intervento tra l’originale e le sostanze applicate nelle operazioni seguenti.

La stuccatura delle lacune, con amalgama di gesso e colla di coniglio, è stata eseguita a livello della superficie riproducendo l’unità formale necessaria.

Dopo un’ulteriore leggera verniciatura si è proceduto con la reintegrazione delle dorature. Le stuccature sono state trattate con gommalacca opportunamente colorata per accordarsi con la tinta della preparazione originale e su di esse, previa applicazione della missione, è stata fatta aderire la foglia d’oro.

Le dorature così ottenute, sono state invecchiate mediante spazzolatura e patinatura ad imitazione dell’originale.

 

La reintegrazione cromatica ha permesso la graduale eliminazione dei disturbi visivi provocati dalla presenza in superficie di una gran quantità di abrasioni e micro lacune sia sull’oro che sulle parti policrome. Tale scopo si è conseguito facendo ricorso alle tecniche della velatura, del tratteggio e del puntinato con colori a vernice per restauro, solo tinte compatibili tra loro e resistenti alle radiazioni UV.

L’intervento è stato completato con una leggera nebulizzazione di vernice a retouchér.

      Tutti i materiali adoperati nell’intervento anzi descritto, per le loro caratteristiche di qualità, durata e reversibilità, sono attualmente considerati idonei all’impiego nel restauro di questa tipologia di bene culturale.

 

L’intervento è stato ultimato nel mese di dicembre 2008.

 

 

Rest. Maria Paola Bellifiori

(Nova Ars S.n.c – Conservazione e Restauro Beni Culturali – Cesinali)

 

 

             

                    Stato iniziale                                                             Dopo l’intervento

 

OPERATORI: Rest. MARIA PAOLA BELLIFIORI

                Rest. VINCENZO ESPOSITO

      Rest. GINO MARSILIO

 

DIREZIONE TECNICA: Rest. MARIA PAOLA BELLIFIORI

 

FOTO: Rest. MARIA PAOLA BELLIFIORI  e VINCENZO ESPOSITO

 

COMMITTENTE: Prof. GIUSEPPE BETTALICO Priore della Confraternita  SS. Addolorata di Gesualdo (AV)

 

       DIREZIONE LAVORI ED ALTA VIGILANZA MINISTERO BENI E ATTIVITA’ CULTURALI:     

   Dott. ANTONELLA   CUCCINIELLO  SOPRINTENDENZA BSA DI SALERNO E  AVELLINO

                                                             

EPOCA DEL RESTAURO: 2007/2008

 

  

 

 

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